SCALENO

SCALENO

scaleno

Sono nato in Brianza trentun anni fa. I miei testi raccontano le zone grigie dove il nostro essere individui si incontra con la società: insicurezze, lavoro, tossicità, amicizia, amore. CRESCERE parla di quando avevo vent’anni ed era un piccolo maiale con idee bizzarre confuse e distorte sulla donna e, in generale, sulla vita. È una canzone che si alterna tra una strofa intima, dalle sonorità oniriche, e un ritornello liberatorio e potente. IMPOSTORE parla di sua maestà la sindrome dell’impostore. Un pezzo inevitabilmente ritmato, forte, con un testo veloce e diretto.

CONFINDUSTRIA parla del tuo capo, quello che anche se ti sorride non ti fa uscire un quarto d’ora prima dal lavoro quella volta che glielo chiedi, quello che non vuole darti il contratto a tempo indeterminato, quello che ha assunto meno donne perché metti che poi rimangono incinte, quello che pensa che la meritocrazia esista davvero. Negli ultimi anni ho suonato tra l’altro nei locali della scena locale come Tambourine, Villa Tittoni — dove ho aperto alla Bandabardò, Fabbrica del Vapore, Agorà, Mosso, oltre che a Bologna e Parma. Ho partecipato inoltre a due edizioni del festival milanese Raster, a Mare Culturale Urbano.

I miei live sono energetici e coinvolgenti sia quando suono da solo che quando suono in trio — la mia cosa preferita. Cerchiamo sempre di coinvolgere il pubblico perché secondo noi la musica dal vivo è interazione e partecipazione, non freddezza e distanza.


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