GOLIARDO
GOLIARDO è lo pseudonimo di RICCARDO BUONO, classe 2003 proveniente dalla provincia di Napoli. Inizia ad appassionarsi alla musica verso i 13-14 anni, semplicemente provando a imparare a suonare la chitarra da autodidatta per passatempo, e più o meno ci riesce: forti le influenze di Beatles, David Bowie, Pink Floyd, Doors e Smiths prevalentemente in questo periodo.
Continua poi studiando pianoforte, ampliando il repertorio quindi anche a quello classico, con ispirazioni principali quelle di Satie, Liszt, Debussy, Ravel, Bach. Soltanto successivamente inizierà a scrivere musica propria col presupposto di non precludersi, a prescindere, a nessun genere musicale: indie, soft rock, surf punk, cantautorato, rap, pop, hyperpop, musica classica, elettronica.
La voce utilizzata in modo acceso, coinvolgente e comprensibile e la scrittura tanto psichedelica e liminale quanto diretta e sputata senza retorica sono le caratteristiche fondamentali della sua musica, che tenta di oscillare sempre tra l’estremo folle e rabbioso e quello invece più calmo, preciso e meditativo nel descrivere il dettaglio, dopo averlo osservato con attenzione.
Ad aprile 2024 esce il suo primo singolo “15”, pubblicato con BruTaLabel,
dalle sonorità indie ed elettroacustiche, che mette in luce già una bozza di tutte queste caratteristiche sopracitate.
La scelta del nome GOLIARDO ben si addice alla capacità di Riccardo di passare dall’ironia alla profondità con una certa spontaneità, ma in realtà ha a che fare con l’apprezzamento per una scrittrice italiana del ‘900, GOLIARDA SAPIENZA appunto, dopo la lettura del suo libro “L’arte della gioia”.
Quello su cui cerco di concentrarmi maggiormente, anche magari a discapito di una perfezione, precisione e pulizia totale ed esemplare, è il contatto col pubblico, empatizzare e coinvolgere, anche tramite improvvisazione e/o vero e proprio coinvolgimento diretto (qualche volta è capitato, quando ovviamente il contesto lo permetteva), permettendo quindi a tutti di poter essere protagonisti senza stare lì ad autoidolatrarmi.